BRUNA

Bruna Mariani non c'è più.
Tutti noi Amici del Monumentale lo abbiamo appreso con molto dolore.
Le abbiamo voluto molto bene ma per me in particolare era un vero affetto, di quelli che ti penetrano nel cuore.
Ci resta il ricordo di una persona che aveva il dono raro e prezioso di rendere tutto facile, allegro, semplice, pratico, veloce.
Una delle sue frasi preferite era: "E che ci vuole?", con quel suo bell'accento toscano e gli occhi che ti prendevano un po' in giro per aver pensato che, invece, ci fosse qualche problema.
Ha avuto una forza e un coraggio che ho visto raramente, eravamo tutti in ansia ma lei sembrava la meno preoccupata e ci rassicurava, sorridendo.
Era anche una professionista straordinaria. Diplomata all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, responsabile restauri della Fonderia Artistica Battaglia, docente all'Accademia di Belle Arti di Como, l'anno scorso aveva vinto, anzi trionfato come è scritto sul sito dei promotori, nel concorso "Artigiano del cuore", per la categoria Conservare la bellezza, premio che l'aveva resa molto felice.
Le piaceva anche divertirsi, uscire con gli amici, mangiare e bere del buon vino, non a caso la sua famiglia di origine lo produce in Versilia - e quando abbiamo conosciuto i suoi genitori abbiamo capito perché lei era così speciale. Per noi ha realizzato un restauro importante e andarla a trovare mentre lavorava era una festa.
Ciao, Bruna, non ti dimenticheremo mai.

Carla De Bernardi

 
 


RICORDANDO MARIO

Uno fra i nostri primi soci, un uomo la cui disponibilità e curiosità verso tutto e tutti rendeva naturale, ma mai semplice, un rapporto di amicizia. Mario Borroni era tenace, testardo e schietto ma sempre pronto al dialogo e capace di accettare una possibile mediazione. E' stato bello e importante averlo fra noi e vogliamo ricordarlo ringraziandolo per tutto ciò che ci ha dato e per tutto ciò che per l'associazione gli Amici del Monumentale ha fatto. Grazie Mario e ci auguriamo che, là dove ora sei, tu possa soddisfare la tua passione per il camminare negli infiniti sentieri dell'universo.

 
 
PIERO AMOS NANNINI

Piero Amos Nannini, presidente della Società Umanitaria, è scomparso senza far rumore in una notte milanese. Senza preavviso è volato via, lasciando un grande vuoto e una forte impronta del suo passaggio su questa terra. L’ho incontrato diverse volte nel suo studio all’Umanitaria o durante incontri pubblici e ricordo il suo sorriso, ampio, accogliente, venato di ironia e di galanteria, un sorriso che ti faceva sentire importante e benvenuto. Amos aveva l’aria di uno che la sapeva lunga, non di cose frivole e mondane ma di cose importanti, di quelle che fanno la differenza tra chi sta al mondo in modo superficiale e chi invece da valore a quello che veramente conta. E verso di noi Amici del Monumentale è sempre stato cordiale, generoso e amichevole mettendo a nostra disposizione le sue sale, i suoi collaboratori, e, soprattutto, il suo tempo. Fin dal primo incontro, durante il quale gli ho raccontato chi siamo e cosa facciamo, è stato al mio e nostro fianco, con gentilezza e disponibilità. Sapevo di potergli sempre chiedere di sostenere e affiancare i nostri progetti e che l’avrebbe fatto con gioia e intelligenza. Mi mancherai, Amos, e mancherai a tutti noi.
Non ti dimenticheremo.

Carla De Bernardi

Nannini con la nostra presidente Carla De Bernardi 

Classe 1933, nato a Savona e laureato all'Università di Pavia, è stato scelto alla guida dell'Umanitaria nel 2005 per succedere a Massimo Della Campa, dopo una carriera nel management di IBM. Durante il suo mandato, l'Umanitaria ha sviluppato e potenziato le sue iniziative sia a Milano sia nelle sedi decentrate di Napoli, Cagliari, Alghero e Carbonia. Tra i nuovi progetti la realizzazione della sede romana, il restauro dell'ex convento di Vailate (sede della Fondazione Agraria "Felice Ferri") e l'avvio della Fabbrica del Cinema nell'ex Grande Miniera di Serbariu a Carbonia. Sempre attento ai bisogni della società contemporanea - si legge sul sito dell'Umanitaria, che gli ha dedicato un ricordo - ha saputo contestualizzare il dettato statutario, implementando la formazione professionale, l’assistenza agli anziani (con le attività della Fondazione Humaniter) e il sostegno ai giovani (in primis con il Programma Mentore contro la dispersione scolastica), impostando un’azione graduale di educazione e di solidarietà che ha trovato subito rispondenza sul territorio.
Animato da sensibilità, cordialità e disponibilità verso tutti i suoi collaboratori, aveva come tratto caratteristico un forte spirito intraprendente volto sempre al futuro. Ultimo dei suoi riconoscimenti l’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica italiana” ricevuto il 31 maggio scorso.

 
 

AURELIO

Aurelio Stanzione era nato a Tripoli dove il padre, sott'ufficiale della Regia Marina Militare Italiana, prestava servizio in Africa. Era, il papà, di origine napoletana, la mamma invece era di origine austro-ungarica, esule di Pola a seguito delle tristemente note vicende della seconda guerra mondiale.

Ha vissuto a lungo a Milano, sempre con la nostalgia della sua patria, facendo una brillante carriera, viste le sue capacità e le sue doti umane, in multinazionali del caucciù come Pirelli, Michelin, Goodyear e Continental.
Aurelio era impegnato in prima fila politicamente nella sua città di adozione - Legnano - e tutti lo ricordano per il coraggio delle sue idee, per la sua lealtà e per la sua coerenza di pensiero e di azione, tanto forte e sincera da sfiorare a volte l'autolesionismo, come ha detto qualcuno al suo funerale, a cui hanno partecipato tutte le personalità cittadine che lo hanno conosciuto e stimato.

Per noi Amici del Monumentale Aurelio, uno dei 13 fondatori presenti a quella "tavola rotonda" del 27 marzo 2013, è stato sempre un riferimento importante (anche perché l'idea dell'associazione è stata sua!!!) e per me in particolare è stato anche un vero affetto e non solo perché era il marito di Lalla, mia adorata amica.

Sprizzava intelligenza, ironia e nobiltà d'animo da tutti i pori.
Aveva modi eleganti e sobri, da gentiluomo di campagna d'altri tempi. E elegante e sobrio lo era anche nel vestire. Scarpe inglesi, camicie botton down, pantaloni di velluto, gilet di lana, cravatte scozzesi.
Parlare con lui era un piacere e un onore. Essere ascoltata da lui un onore ancora più grande.
La malattia, lunghissima e debilitante, l'aveva stancato ma non certo sconfitto.
Il giorno prima della sua scomparsa volantinava in piazza per il "suo" sindaco.

E quando io e Lalla siamo partite per andare a piedi a Santiago, mi ha preso da parte e mi ha detto....guarda che potrebbe scoraggiarsi, stalle vicino. E così ho fatto per 765 chilometri.
Al nostro ritorno l'abbiamo trovato all'areoporto con una rosa chiara per ognuna di noi...


A lui si addice l'epigrafe che, al Monumentale, è scritta sul monumento di Lelio Basso, un "grande" che lui certamente stimava...

"Non fu di quelle anime tristi dove muore la gioia a poco a poco..."
 
Carla De Bernardi




OLGA
Socia fondatrice, membro del Direttivo ed instancabile volontaria dell'Associazione,
Olga Tosi è partita per un viaggio in un paese sconosciuto e misterioso dove un giorno la ritroveremo.
Forte d'animo e di carattere, curiosa, colta, amante dei libri, della musica e della vita.
Una persona sincera, leale, assertiva e attendibile. Alla prossima, Olga!
 


Una persona non può scegliere come andarsene, il caso, la fatalità, il destino, chi lo sa...
Una persona però può scegliere come restare…
Olga, Olguzza...ha scelto di restare in diversi modi.
In una scatola di latta nata per le caramelle e diventata posacenere,
Nelle tazzine spaiate del caffè,
Nella trippa, oppure la pasta e fagioli e che dire della caseoula, polenta e bruscitti.
Nelle cene sempre e rigorosamente in 13, perché chi se ne frega delle superstizioni!
Nello sfogliare un libro,
Nel guardare un film,
Nello stappare una bottiglia di prosecco,
Ogni volta che incroceremo un cimitero non potrà non essere presente,
data la sua stravagante passione...
Sono certa che mia madre ha scelto di restare con ognuno di noi attraverso un oggetto,
una frase, una canzone... sta a noi riconoscerla.
Seguiva tenacemente le sue passioni, le sue convinzioni, coltivava la sua sete di sapere
Olga era una combattente, tenace, fragile, ma c’era sempre e ci sarà sempre.
Non era perfetta, chiariamo, aveva difetti come tutti, chi non ha discusso con lei
per guidare la macchina o per la scelta di una strada...anche con il Tom Tom
aveva un conto aperto.
Era una donna piccola ma molto ingombrante, presente direi.
Ecco, questa è la definizione più azzeccata...se proprio si vuole definirla.

                                                                         Letizia Verri
 



GIUSEPPE IASCONE

Direttore del Monumentale dal 2011 al 2015, anno della sua improvvisa scomparsa, Giuseppe Iascone era nato ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia, nel 1951. Arrivato a Milano nel 1976, nel 1981 comincia a lavorare per il Comune di Milano, diventando responsabile dei servizi telefonici. Negli anni novanta, gli viene affidato anche il settore telefonia mobile che cominciava proprio in quegli anni ad affermarsi. Nel 2011 riceve l’incarico di Responsabile del Servizio Cimiteri del Monumentale, di Bruzzano, di Greco, del Sacrario dei Caduti e della Cripta di Gorla. Al Monumentale si affeziona in maniera particolare, capendo subito che - a fianco della sua connotazione primaria, quella di luogo di culto da rispettare -  il cimitero era anche un entusiasmante Museo a cielo aperto, uno dei più grandi d'Europa, visitato da tantissimi turisti stranieri. Lo ricordiamo con affetto e stima!

Dott. Giuseppe Iascone
 



ALMERINA BUZZATI 

Sempre nel nostro cuore rimarrà Almerina Buzzati, che ci ha lasciato in una sera del novembre 2015, giovanissima e bellissima come in questa foto con il suo amato Dino. È stata fin dalla fondazione Presidente Onorario della nostra Associazione. Gliel'ho chiesto la sera stessa in cui l'ho conosciuta ricordando che Buzzati era il cantore del cimitero sul Corriere e nei suoi racconti e lei ha subito accettato con un sorriso lieve.
Era schiva, gentile, vivace, ironica, elegantissima nei suoi abiti colorati un po' eccentrici, la lunga treccia scura, il viso vellutato da regina Maya... Non usava la mail e dovevo scriverle a mano così non sapevo mai se aveva ricevuto i nostri inviti e invece... eccola apparire, sorridente e un po' sorniona, come a dire... non te l'aspettavi, vero? No, ogni volta non me lo aspettavo sapendo che era spesso nella sua, nella loro, Cortina e che apparire in pubblico non le piaceva più e che detestava farsi fotografare...Almerina sarà, finchè anch'io ci sarò, la mia, la nostra presidente d'onore.
Carla De Bernardi 

almerina